Francesco Stefan nasce a S. Donà di Piave nel 1951. Inizia la sua formazione di scultore nel 1972, nella fonderia artistica del fratello Sidelio, dove contribuisce alla realizzazione di molte opere in bronzo ideate da noti artisti del panorama nazionale come Baschierato, Blatas, Kirs, Luccarda, Murer, Romanelli, Fanna, Roncaroni, Sartori, Vio. Fra il 1977 ed il 1978, frequenta a Treviso un corso di disegno e anatomia tenuto dal Maestro Claudio Borsato. Le prime esposizioni dell’artista presso la Galleria d’Arte “Punto e Virgola” di S. Donà di Piave, nel 1980, mostrano opere figurative come ballerine, nudi, maternità, animali, oggetti del quotidiano, che abbracciano un classicismo che già tendeva ad una maggiore ricerca e modernità ben visibili, poi nelle sue opere successive. Nelle sculture di Stefan colpiscono i segni di un’autentica passione che l’artista dimostra nei confronti delle vicende umane e trapela, dalla sintesi delle sue figure, la continua ricerca dell’individuo verso l’essenza dei valori umani. Partecipa a mostre collettive di scultura nel Veneto, entra sempre più in contatto con gli artisti locali con i quali si riunisce nel “Gruppo Veneto di Ricerca Plastica”, che ha lo scopo di far conoscere il contributo degli artisti veneti all’arte italiana. Nel 1983 lo scultore apre il suo studio-fonderia (a cera persa) a Zenson di Piave, dove esegue fusioni in bronzo delle sue opere e di altri artisti: Sam, Sopelsa, Angeli C. Radovani, Susan Luppino, Cesco Magnolato, Vittorio Rorato, Antonio Boatto, Willj McCord, G. Piccini, Giorgio Gasparini. Intanto continua il suo percorso nell’incessante scoperta della materia: sagome sfuggenti, superfici palpabili, soggetti che prendono diversi significati man mano che l’occhio cambia punto di osservazione, una passione istintiva ed una tecnica ricercata nelle sue opere scultoree. Oggi Stefan detiene corsi di modellato al circolo culturale “ModArt”, al gruppo “Linea d’arte” di Oderzo e all’Accademia d’Arte “Vittorio Marusso” a San Dona di Piave. Prosegue la sua ricerca di sculture partendo dallo studio dello spazio e dalle forme geometriche, uno stile diverso dai precedenti, ma dinamico e in continuo evolversi. La contemporaneità dei suoi bronzi ci farà intravedere quello che sarà il suo prossimo impegno artistico. L’artista ha ancora molto da dirci per quanto attiene la reale profondità della sua vena creativa.
Mostre Personali
1985-86 Galleria d’Arte Punto e Virgola , San Donà di Piave/VE; 1995 Sala espositiva Luigi Russolo,Portogruaro/VE; Galleria d’Arte Rivellino Ferrara; Galleria d’Arte Mittelart ,Gorizia; 1995 Personale al ristorante Canevon,Treviso; 1966 PalazzoPorcia, Oderzo/TV; 2001 personale al caffè Grande. San Donà di Piave; 2001 Personale Gelateria Oberdan di Pordenone ; 2004 mostra “Tra realtà e fantasia” Palazzo Scotti Treviso; 2006 mostra al Palazzo Moro Oderzo ; 2007 esposizione al Primhotel, Oderzo/TV ; 2009 mostra al Palazzo del Senato Milano; 2009-10 Galleria Bortolotto int. 15 , San Donà di Piave/VE; 2011 mostra Sala d’Arme Porta Santi Quaranta/ Treviso ; 2019 mostra “Villa delle Magnoglie Monastier di Treviso/TV; 2019 mostra Relais Monaco Ponzano Veneto/TV.
Mostre Collettive
1985 e 1988 3^ e 4^ Rassegna Chiostro San Francesco ,Treviso; 1990 IV Biennale internazionale Dantesca, Ravenna; 1991 mostra alla Camera di Commercio , 1992-93 collettiva Villa Manfrin. Treviso ; 1993 collettiva alla Galleria la Roggia,Treviso; 2003 Biennale Internazionale Dantesca, Ravenna; 2005 collettiva Galleria Polin,Treviso; 2010-11 Galleria d’Arte Moderna e contemporanea,San Donà di Piave/VE; 2013 Galleria Civica Palazzo Sarcinelli, Conegliano TV; 2013 I cortili dell’Arte Fratta di Tarzo/TV; 2017 collettiva “Visioni dell’anima” Primhotel ,Oderzo/TV; 2018 “alchimia di colori” Villa delle Magnolie, Monastier di Treviso; 2020 dalle Dolomiti al Sile Ca’ Robegan Treviso.

OPERE

CRITICA

Il percorso artistico di Francesco Stefan vede le sue origini negli anni Settanta, in stretta relazione con l’attività presso la fonderia del fratello Sidelio. Le tecniche del modellato, l’elaborazione di stampi e la realizzazioni delle fusioni in bronzo costituiscono le basi di un’esperienza pratica che vede piena espressione nella personale produzione successiva. Fondamentali sono le numerose collaborazioni con artisti conosciuti nel panorama nazionale e internazionale,come Pierluigi Sopelsa,Angeli Costa Radovani,Susan Luppino, Agusto Murer, che contribuiscono allo sviluppo della sua prolifica ricerca formale. Inoltre l’interesse verso il ruolo del modellato nell’arte contemporanea italiana, spinge l’artista negli anni Ottanta a partecipare al “ Gruppo veneto ricerca plastica” con l’impegno di far conoscere il contributo degli artisti veneti. Si delinea così una ricerca personale in cui gli spunti provenienti dai diversi artisti contemporanei si fondono con gli stimoli formali derivati dalla tradizione plastica trevigiana ,condizionata in particolare dall’opera di Arturo Martini. Osservando il complesso delle sue opere sorprende la varietà di figure e di gruppi compositivi elaborati con una freschezza di modellato che rende la perfezione anatomica nell’immediatezza del gesto. Spesso l’armonioso articolarsi delle masse si contrappone alle forti tensioni delle pose dei corpi , creando un lirico equilibrio. Le irregolarità delle superfici, segnate dalle morbide tracce delle dita, lasciando intuire il piacere di plasmare l’argilla. Per Francesco Stefan l’elaborazione plastica diviene ricerca dell’origine della forma che sempre più spesso si libera dalla definizione realistica per lasciare spazio all’abbozzo della figura colta nel suo nascere. Il processo del modellare permette quindi di dare forma all’informe e spinge l’artista a osservare la realtà con uno sguardo nuovo, tanto da vedere nascere il movimento di una figura anche dalle irregolarità di un sasso. Nella produzione recente ,l’artista giunge a una particolare sintesi formale, in cui l’articolato dinamismo dei corpi si ricompone e si fonde in una singolare unità plastica. Solo alcuni particolari delle teste , dei capelli e degli accessori esprimono un certo gusto narrativo rivolto alla quotidianità. Le figure divengono monoliti d’argilla che svettano monumentali verso l’alto ed esprimono tutta la loro drammatica teatralità nelle torsioni, nelle flessioni e nelle tensioni lineari del blocco plastico unitario.
Roberta Gubitosi