FLOWER POWER

Mario Brunello e Andrea Pennacchi

FLOWER POWER

Mario Brunello e Andrea Pennacchi
testi di Paolo Rumiz, Alessandra Viola, Rohal Dahl
musiche di Johann Sebastian Bach e Alessio Pianelli

Silent woods?
Le piante, gli alberi hanno una voce, un suono?
Si direbbe di sì, ascoltando il suono di un violoncello.
Per cominciare, un racconto di Paolo Rumiz, tratto da “La leggenda dei monti naviganti”, in cui un violoncello si unisce ai suoi antenati, gli abeti della foresta di Paneveggio, e scopre le radici del suo suono. Poi Bach, una Suite per violoncello solo, la prima, icona della musica per strumenti ad arco.
Il mondo delle piante, gli alberi sono esseri viventi, e come tali hanno diritti alla pari di tutti gli esseri viventi sulla terra. Sei brani tratti da “Flower power” di Alessandra Viola, libro che pone una questione centrale per il futuro del pianeta, alternati ai sei movimenti di un’altra Suite di Bach per violoncello solo, la terza.
A concludere, una nuova opera scritta e pensata per l’occasione, per voce e violoncello solo su un visionario racconto del 1949, “La macchina dei suoni”, di Roald Dahl e composto dal giovane compositore-violoncellista siciliano Alessio Pianelli. Già nel’49 Dahl immaginava la possibilità di ascoltare le voci degli alberi e quindi di salvaguardare i loro diritti.
Un elogio, tra musica e parole, alla forza della natura.
Proprio due letture, da Mario Brunello suggeritemi, sono la scintilla da cui “Silent Woods?” è nato. Uno è “Flower Power”, di Alessandra Viola, dove si affrontano temi di vitale importanza per le piante, proponendone veri e propri diritti.
Le piante sono esseri viventi straordinari che a differenza degli animali, in continuo movimento, si sono evolute scegliendo di rimanere ferme, restando comunque essenziali per l’ecosistema. Sono intelligenti, in grado di socializzare, in possesso di sensi e di una lingua propria, che noi umani ancora non conosciamo.
Il secondo testo è stato il delizioso racconto “La macchina dei suoni” di Roald Dahl, in cui un improvvisato e sognatore Sign. Klausner, mosso da amorevole curiosità, riesce a costruire una macchina in grado di percepire i suoni emessi dalle piante. Pensai subito al violoncello, che in fondo per me non è altro che la macchina dei suoni con cui cerco di comunicare l’incomunicabile.
“Silent Woods?” è soprattutto un invito a riflettere: sono le piante davvero silenziose, o siamo noi essere umani incapaci o comunque poco propensi ad ascoltarle?